Notoriamente per maturazione del
formaggio si intende la sua stagionatura
in condizioni «note e controllate» di temperatura, umidità, e tempo durante il
quale il formaggio raggiunge e completa il proprio sapore, aroma e tessitura
della pasta.
Per molte specialità casearie rappresenta la fase più delicata e costosa dell’intero procedimento di produzione.
Per meglio intendere, consideriamo sempre il
processo di maturazione
diviso
in tre stadi:
- Fase di preliminare ( lavorazione della cagliata)
- Fase di maturazione propriamente detta ( stagionatura)
- Fase di sovramaturazione ( distribuzione e consumo)
La maturazione dei formaggi viene
caratterizzata dai cambiamenti
chimico-fisici che avvengono gradualmente alla
cagliata e che risultano
alla fine nelle caratteristiche del formaggio al
momento del consumo.
I fattori che determinano la
maturazione potremmo suddividerli in
«primari», che si configurano nel corso della
caseificazione
(quindi diversi a seconda della tecnologia utilizzata)
e «secondari»,
costituiti dalle condizioni
ambientali nelle quali il formaggio
viene posto a maturare.
QUEST’ULTIMI POSSONO CONDIZIONARE I PRIMI.
Aspetti tecnologici che influenzano il processo di maturazione
( fattori primari)
E’ dimostrato che la tecnologia di
produzione ( lavorazione della cagliata)
influenza il risultato di maturazione del formaggio.
Avvengono quindi dei fenomeni
«diretti» e «indiretti» derivanti dalle varie
componenti, in particolare:
-Tipologia di latte ( vaccino, caprino, ovino)
-Tipologia di colture di fermenti ( termofile e/o mesofile)
-Tipo e quantità di caglio
utilizzato
-Dimensioni delle particelle di cagliata in lavorazione.
-Temperatura di coagulazione e/o cottura della
cagliata
-Temperatura di stagionatura dei
formaggi.
OGNUNO
DI QUESTI COMPONENTI GENERA UN FENOMENO
CHE ANDRÀ’ AD INFLUENZARE IL PROCESSO
DI MATURAZIONE.
Tra i principali fenomeni
tecnologici che contribuiscono allo sviluppo
della struttura della pasta e del
sapore troviamo:
-Fermentazione
derivante dal metabolismo dei vari batteri presenti ( in pasta o in
crosta)
-Proteolisi derivante dagli enzimi contenuti
nel caglio, o anche dalle proteasi, peptidasi batteriche
-Lipolisi derivante dagli enzimi contenuti
nel caglio
-Proporzione di Sale e Umidità della pasta.
L’INSIEME
DI TUTTE QUESTI FENOMENI, ARMONICAMENTE GOVERNATI E INDIRIZZATI, POSSONO
PORTARE A RISULTATI TANTO DIVERSI.
Ruolo dei fermenti lattici
Tra i principali protagonisti dei
fenomeni e processi biochimici di natura
enzimatica, oltre agli enzimi naturali
del latte ( nel caso di latte
crudo) e di quelli presenti nel caglio
utilizzato, dobbiamo porre
attenzione agli enzimi e sostanze prodotte dal metabolismo dei
«fermenti
lattici»
Teniamo presente anche di quelli prodotti dalla microflora non-lattica
(
quali ad es. Lieviti e muffe tipo Penicillium Roqueforti, Brevibacterium Linens e Batteri propionici)
Consideriamo che l’azione
degli enzimi prodotti coinvolgono i principali
componenti del formaggio quali il
lattosio, proteine e grassi,
trasformandoli in altri composti.
Evidentemente tempo addietro, le
varie attività enzimatiche
necessarie ad ottenere una determinata tipologia di formaggio,
avvenivano in maniera del tutto «spontanea» perché
naturalmente derivanti dalla microflora presente nel latte
utilizzato.
necessarie ad ottenere una determinata tipologia di formaggio,
avvenivano in maniera del tutto «spontanea» perché
naturalmente derivanti dalla microflora presente nel latte
utilizzato.
Oggi invece, sempre più frequentemente dobbiamo ricorrere alla scienza
per trovare ulteriori mezzi che ci aiutino a governare il processo di
produzione e maturazione in modo tale da poterlo caratterizzare
oltre
che accelerarlo ( se desiderato).
Aspetti tecnologici che influenzano il processo di maturazione
( fattori secondari)
Durante la stagionatura i formaggi perdono gran parte del proprio
contenuto in acqua (il calo peso ),la pasta si compatta, avviene la trasformazione di grassi e proteine (Lipolisi e proteolisi) e la fermentazione degli zuccheri residui;
queste trasformazioni, di conseguenza, fanno assumere al formaggio il proprio caratteristico sapore.
Può anche avvenire la formazione di gas da cui deriva un'occhiatura di dimensioni variabili, che a seconda del formaggio è considerata un pregio o un difetto.
Queste trasformazioni possono essere più evidenti nei prodotti a latte crudo ad opera di flora batterica naturalmente presente nel latte lavorato.
Il formaggio, stagionando cambia anche colore, passando dal colore biancastro a quello giallo-paglierino più o meno intenso.
La stagionatura dei formaggi a pasta cotta e/o dura, a seconda della tipologia del formaggio prodotto, avviene in appositi locali, con temperatura fresca, di norma intorno ai +10/15°C, e tasso di umidità alto ( 80/90%) e costante.
Per i formaggi a pasta molle invece è necessario mantenere il locale
ad una temperatura di +5/10°C, . L’umidità relativa deve essere molto
elevata, tra 80 ed il 90%; questo per evitare a drastica diminuzione del
tenore di acqua nel formaggio con conseguente deterioramento
(indurimento crosta, ecc.)
Non deve altresì superare il 90% onde evitare la formazione di muffe.
Prima dell'avvento della tecnica della refrigerazione, la stagionatura
di alcune tipologie di formaggi a pasta molle poteva avvenire solo in
grotte naturali o artificiali, in alcuni casi utilizzate ancora oggi
( es.grotte per formaggio Taleggio in Valsassina ).
Durante la stagionatura le forme vengono periodicamente rivoltate per distribuire uniformemente l'umidità del formaggio e per far creare una crosta uniforme.
Va considerato quindi che il formaggio di fatto "si completa" durante la stagionatura;
risulta quindi comprensibile che un periodo eccessivamente breve, ambienti poco adatti o trascuratezza nell'eseguire le operazioni necessarie, possono dare luogo a cattivi risultati anche se la materia prima e la lavorazione sono di qualità eccellente.
È pertanto della massima importanza imparare al meglio le tecniche di stagionatura;
in alternativa ci si può affidare al cosiddetto "affinatore" professionista, persona esperta che acquista il formaggio dal produttore, lo seleziona e ne cura l'evoluzione, provvedendo quindi alla messa in vendita delle forme solo quando queste hanno raggiunto la maturazione ideale.
Particolare attenzione infine andrebbe rivolta anche alla fase di "distribuzione e consumo" , spesso trascurata da diversi produttori stessi e che considerano ( erroneamente) conclusa la vendita del loro prodotto una volta caricato il formaggio sul mezzo di trasporto del cliente.
Pensiamo ad esempio, che una condizione di trasporto non-idonea, od un metodo di esposizione al banco di vendita non ottimale, possono compromettere in maniera irreversibile la qualità del nostro formaggio, peggiorandone le caratteristiche organolettiche.
Resto disponibile ad approfondire. Contattatemi.
Alla prossima.